L’Asia sta riscaldando l’artico
Una nuova ricerca ha calcolato il riscaldamento dell’Artico causato da varie fonti. Le emissioni provenienti dall’Asia e dal gas flaring in Russia hanno il maggiore impatto sul riscaldamento dell’Artico.
In uno studio guidato da Maria Sand, ricercatore del CICERO, sono state condotte centinaia di simulazioni con modelli avanzati per indagare come le emissioni di carbonio e zolfo e altri inquinanti provenienti da vari paesi sono distribuite nell’atmosfera.
“L’Artico si sta riscaldando due volte più velocemente rispetto al resto del mondo, con la conseguente fusione del ghiaccio e un esordio più precoce della primavera. Mentre i grandi tagli alle emissioni di CO2 sono necessari per fermare l’aumento della temperatura, le emissioni di fumo nero giocano un ruolo critico nell’Artico. La zona è coperta da ghiaccio e neve, che ha un effetto di raffreddamento in quanto riflette la luce del sole. Quando il ghiaccio viene oscurato dalla fuliggine, il calore viene assorbito, la neve si scioglie più rapidamente e le temperature aumenteranno“, spiega Sand .
L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che 4,3 milioni di persone muoiono ogni anno per l’inquinamento dell’aria, causato principalmente dal riscaldamento e dalla cucina con forni alimentati a carbone, legna e letame. Queste emissioni causano il riscaldamento nell’Artico. Le emissioni provenienti dall’Asia contribuiscono maggiormente al riscaldamento in quanto vengono generati grandi volumi. Le emissioni più vicine all’Artico, come la produzione di petrolio in Russia e il riscaldamento a legna in Norvegia, aumentano le temperature in maniera maggiore per chilo di emissione.