Per anni, gli scienziati pensavano di avere un’arma segreta per proteggere le barriere coralline. Ma un nuovo studio getta dubbio su questa idea.
“Abbiamo scoperto che, mentre gli erbivori sono in grado di controllare gli effetti dell’inquinamento causato dai nutrienti immessi nell’acqua dalle attività umane negli esperimenti su piccola scala, su grande scala essi possono essere sopraffatti“. Queste le parole del biologo marino Mike Gil, che ha condotto lo studio come studente di dottorato presso l’Università della Florida. “Non possiamo semplicemente concentrarci sulla protezione dei pesci per mantenere le barriere coralline in buona salute. Dobbiamo adottare un approccio più olistico“.
Oltre a sostenere le tartarughe marine, balene e delfini, questi ecosistemi offrono una serie di benefici per le persone, fornendo medicinali e frutti di mare, oltre a proteggere le nostre coste dalle mareggiate. L’arricchimento da nutrienti può mettere a rischio queste barriere: man mano la nostra popolazione cresce, incrementa il quantitativo di scarichi saturi di azoto e fosforo nei corsi d’acqua circostanti.
Gil e i suoi colleghi hanno scoperto che l’area interessata dall’inquinamento da nutrienti è diventata più grande, e la capacità degli erbivori di controllare le alghe è diminuita, suggerendo che questi sistemi possono essere più vulnerabili di quanto molti scienziati pensavano.