Oggi giorno la Terra è più verde rispetto a quanto non lo fosse 33 anni fa. Secondo quanto rilevato dal Leaf Area Index (LAI), risulta che la superficie di piante e di alberi di oggi, rispetto al lontano 1982, sarebbe superiore di 36 milioni di chilometri quadrati. Europa, Africa centrale, Sud-Est asiatico, Amazonia del Nord e Nord America sudorientale le aree più interessate da questo fenomeno.
Tutto merito dell’aumento di anidride carbonica nell’aria che avrebbe reso più fertile il suolo, ma il fenomeno è attribuibile anche all’aumento della deposizione di azoto, ai cambianti climatici in atto e ai cambiamenti nella copertura del suolo. Teoricamente dovrebbe trattarsi di una buona notizia, ma le cose non stanno propriamente in questo modo.
Un aumento solo temporaneo
Prima di tutto perché parliamo di un aumento del tutto temporaneo che potrà tornare a decrescere velocemente: è molto probabile, in sostanza, che l’aumento della superficie verde abbia trovato il suo momento di apice proprio in questo periodo e che finirà col rientrare in tempi relativamente brevi qualora non si dovesse registrare anche un aumento parallelo di fosforo e di acqua (di due sostanze nutritive capaci di conservare nel tempo questo nuovo verde).
Ed in secondo luogo bisogna ricordare quel che ci dicono gli scienziati, i quali sono convinti del fatto che se un aumento della CO2 nell’aria contribuisca certamente a rendere più fertili i terreni e a favorire dunque la nascita di piante ed alberi, è altrettanto vero che a livello ambientale questo fenomeno si ripercuote soprattutto con effetti negativi: l’aumento della CO2 è alla base delle catastrofi naturali, dell’innalzamento dei livelli dei mari, dell’acidificazione dell’acqua e in molti casi anche della siccità stessa (fenomeni che in un modo o nell’altro si traducono in una riduzione della massa fogliare).
Alberto Mengora