Dopo lo sversamento di petrolio avvenuto nei giorni scorsi, ora Genova è vittima di un nuovo disastro ambientale. L’evento è avvenuto nel torrente Polcevera, dove una sostanza infiammabile di dubbia provenienza e di altrettanta dubbia tipologia (pare si tratti di benzina) si è rovesciata ad appena un chilometro di distanza dal luogo in cui avvenne lo sversamento del 17 aprile scorso.
Sul luogo sono intervenuti i vigili del fuoco con tanto di ruspe, i quali hanno creato un invaso stendendo delle panne assorbenti e rovesciando una sostanza schiumogena per arginare la propagazione del danno. Solo in una seconda fase si proverà ad aspirare la sostanza infiammabile.
E mentre gli interventi mirano ad arginare l’ennesimo disastro ambientale, sono già partite le indagini del caso che proveranno a far luce sulle cause di questo incidente: al momento l’ipotesi più accreditata è che l’origine di tutto sia stata la rottura di una conduttura o di un’autocisterna nelle vicinanze.
Nel frattempo spuntano anche tre indagati: nella lente di ingrandimento del sostituto procuratore Walter Cotugno ci sono finiti tre sospetti colpevoli che si aggiungono al nome di Vincenzo Columbo, direttore della Iplom.
In particolare, il primo dei tre indagati è il responsabile della manutenzione del sito coinvolto dall’incidente, il secondo è un direttore tecnico responsabile dell’impianto e il terzo è un consulente esterno. I primi due, fa sapere Columbo, sono stati richiamati con l’accusa di disastro ambientale colposo; mentre per il consulente esterno è stata avanzata l’accusa di non aver comunicato alla capitaneria di porto e ai vigili del fuoco le criticità presenti nelle condutture a rischio rottura.
Alberto Mengora