Acquedotti italiani: le perdite raggiungono il 40%
Gli acquedotti in Italia non funzionano come dovrebbero e sono ridotti ad uno stato di totale fatiscenza. Questo non è certo un mistero, ma ora Utilitalia (federazione delle imprese di acqua, energia e ambiente) esce fuori i numeri nel dettaglio fotografando una situazione tutt’altro che rassicurante.
Secondo il rapporto diffuso da Utilitalia, le perdite di acqua nel nostro Paese raggiungerebbero il 40% del totale: analizzando i casi specifici ci si rende conto però di come non si tratti di una condizione uniforme, perché in alcune particolari realtà ci sono punte di eccellenza, mentre in altre picchi di cattive gestioni. Il 40% è quindi una media di situazioni spesso molto diverse tra loro che, in ogni caso, è rappresentativo del sistema-Italia nel suo complesso.
Questi numeri fanno capire in maniera chiara e forte quanto bisogno ci sia di investimenti mirati: le stime parlano di 5 miliardi di euro all’anno necessari per garantire una rigenerazione, una riparazione e una manutenzione della rete fatta a modo.
In tutto ciò, la voragine del Lungarno avvenuta solo pochi giorni fa getta ulteriori ombre sul sistema idrico nazionale, anche se Utilitalia rivela che ‹‹la Toscana è una delle Regioni avanzate rispetto al resto del Paese, e lo è tanto sotto il profilo delle strutture idriche, quanto negli investimenti in manutenzione delle reti››. Firenze ha semmai sofferto della ‹‹delicatezza tipica delle città storiche››.
Per quanto riguarda la diffusione regionale, secondo un altro rapporto, quello di Cittadinanzattiva, la dispersione di rete coinvolgerebbe in primo luogo Calabria e Lazio con punte del 60%, mentre le regioni migliori sotto questo punto di vista sarebbero Valle d’Aosta (20%) e Trentino Alto Adige (26%).
Francesco Giubilini