No al bracconaggio e al commercio illegale di piante e animali selvatici. Tolleranza zero, insomma, contro un giro di affari che fa gola alle organizzazioni criminali e che priva interi Paesi del loro patrimonio naturale. Questa la linea intrapresa dalle Nazioni Unite, che in vista della Giornata Mondiale dell’Ambiente si schierano ancora una volta contro il massacro ambientale portato avanti dall’uomo.
I riflettori sono per lo più puntati su otto specie animali (orango, tigre, elefante, tartaruga marina, rinoceronte, pangolino e bucero dall’elmo) e su una specie vegetale (il palissandro), che a detta delle Nazioni Unite rientrerebbero tra coloro i quali vengono presi maggiormente di mira dal commercio illegale.
Da un’attività che sfugge da ogni controllo, che fattura fior fiore di quattrini e che ‹‹spinge sempre più verso l’estinzione di numerose specie selvatiche››. La condanna dell’Onu è perciò netta: ‹‹Chi si macchia di questi reati è motivato solo dal guadagno a breve termine, a discapito dei benefici a lungo termine per le comunità locali e per gli habitat››, chiosa il segretario generale Ban Ki-moon.
Per conto suo, l’Italia sta compiendo grandi sforzi per dare senso al Programma dell’Onu per l’Ambiente (Unep), tanto è vero che lo stesso Ban Ki-moon ha lodato il nostro Paese per il lavoro svolto finora: ‹‹Esprimo le mie congratulazioni al ministro dell’Ambiente italiano in occasione del suo trentesimo anniversario. In un momento in cui il mondo presta attenzione allo sviluppo sostenibile, all’ambiente e al cambiamento climatico, il contributo dell’italia è stato e sarà molto importante››.
Francesco Giubilini