Incendi, in Italia cresciuti del 49%: c’è dietro la mafia?
Il nostro Paese è vittima dei roghi: in un anno gli incendi sono cresciuti del 49%, bruciando di fatto più di 37mila ettari di terreno. Il 56% di tutti i roghi registrati, inoltre, si è concentrato solo nelle quattro Regioni in cui c’è un «risaputo insediamento mafioso». Questo il sunto di quanto contenuto nel Rapporto Ecomafia 2016 di Legambiente.
L’associazione si dice convinta del fatto che le fiamme che negli ultimi giorni hanno colpito la Sicilia siano dovute ancora una volta all’azione dolosa della mafia, e proprio per tentare di andare a fondo nella questione ha chiesto al ministro dell’Interno Angelino Alfano di lavorare sulla prevenzione e sulla tutela del territorio, ma anche di mettere a punto delle campagne di sensibilizzazione per far sì che fenomeni di questo genere non si ripetano più.
In Italia gli incendi boschivi sono dunque aumentati, ma anche nel prossimo futuro si prevedono in aumento. Se la tendenza dovesse continuare a rimanere questa: «Gli incendi boschivi sono in aumento, anche per mano di piromani, eco-criminali ed eco-mafiosi», si legge nel report di Legambiente dedicato ai roghi. E il fatto stesso che gli incendi si verifichino per lo più in Sicilia, Calabria, Puglia e Campania, secondo Legambiente deve far riflettere circa il fatto che occorra tenere molto alta la guardia nei confronti del fare mafioso.
Nel particolare caso della Sicilia, invece, il presidente regionale di Legambiente Gianfranco Zanna ha spronato gli organi di competenza ad intervenire prima che le fiamme si moltiplichino, anche perché «sono anni ormai che rimaniamo inascoltati e che chiediamo che vengano rispettati i tempi per predisporre i servizi antincendio. E’ una storia che si ripete puntualmente ogni anno, questa!».
Viviana Bottalico