Ispra, consumo di suolo costa all’Italia 800 milioni di euro annui
Il consumo di suolo non è solo una questione puramente ambientale, non solo uno sfregio del territorio e una minaccia all’ecosistema che ci circonda, ma la cementificazione si traduce anche in un danno economico per il sistema Italia. A lanciare l’allarme è Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra).
Ammonta a oltre 800 milioni di euro all’anno la spesa che gli italiani potrebbero dover pagare dal 2016 in poi per far fronte al consumo di suolo avvenuto negli ultimi tre anni. Dalla ricerca condotta dall’Ispra risulta poi che i costi occulti – ovvero quelli che non vengono percepiti nell’immediato – possano tradursi in una spesa media da 55mila euro all’anno per ciascun ettaro di terreno consumato.
Ma a cosa sono dovute queste spese da consumo di suolo?
Le stime parlano di 400 milioni di euro spesi per la produzione agricola, di 150 milioni da finanziare per lo stoccaggio del carbonio e di oltre 120 milioni per far fronte alla protezione dell’erosione; e poi ancora ci vorrebbero 100 milioni per i danni provocati dalla mancata infiltrazione dell’acqua e altri 3 milioni per l’assenza di impollinatori.
Insomma, nonostante il consumo di suolo stia procedendo meno spedito rispetto al solito, la cementificazione rappresenta ancora un problema per l’Italia: in due anni sono stati ricoperti di cemento oltre 250 km di territorio, con un ritmo di 35 ettari al giorno. «Nonostante questo rallentamento – spiega Michele Munafò, responsabile della ricerca – il consumo di suolo si ripercuote in conseguenze che sono gravi tanto da un punto di vista ambientale quanto da un punto di vista economico».
Matteo D’Apolito