Ogni 54 chilometri di costa italiana c‘è un’area inquinata dai microbi provenienti da scarichi fognari non depurati. L’88% di questi punti è peraltro in corrispondenza di foci di fiumi, canali, fossi o scarichi lungo la costa, e più della metà di tali aree critiche sono a ridosso delle spiagge abitualmente frequentate dai bagnanti.
Sono questi i dati che emergono dal monitoraggio di Goletta Verde. L’imbarcazione di Legambiente che per un paio di mesi ha monitorato in lungo e in largo la costa italiana. E i risultati sono a dir poco allarmanti. Prelevando campioni di acqua in 265 punti diversi (uno ogni 28 chilometri), e sottoponendoli ad analisi microbiologiche varie, è emersa un’Italia ancora una volta spaccata in due.
Dalle rilevazioni risulta infatti che se Sardegna e Puglia hanno i mari generalmente più puliti, più a nord tra Marche e Abruzzo si registrano invece situazioni critiche. Per quanto riguarda il Tirreno, invece, vanno male Campania, Lazio e Liguria. Persino i meravigliosi litorali siculi e calabri non se la cavano bene, mentre le cose vanno molto meglio per il Veneto.
La classifica delle cinque regioni coi mari più compromessi è in ordine di inquinamento la seguente: Campania con 20 punti inquinati, Calabria con 18, Sicilia con 17 e Lazio e Liguria con 16 aree critiche ciascuna.
Antonio Osso