La trasformazione degli scarti agroalimentari in prodotti chimici e in alimenti diretti all’uomo e agli animali può essere da 3.5 a 7.5 volte più conveniente rispetto alla loro trasformazione in biocombustibili.
Per questo motivo è importante – se non proprio necessario – che le aziende e il mondo della ricerca collaborino a stretto contatto per valorizzare le materie prime all’ingresso negli impianti tramite appositi sistemi integrati.
Di questo se ne è parlato approfonditamente durante l’XI Congresso Nazionale di Chimica degli alimenti a Cagliari, evento organizzato dall’Università di Cagliari con la collaborazione dell’Ateneo di Sassari e della Società chimica italiana. Per 4 giorni un team di 150 ricercatori provenienti da diverse zone d’Italia ha dibattuto con gli esperti cagliaritani su temi inerenti la qualità alimentare e la salute umana.
«Il Congresso ci ha permesso di confermare il ruolo della Chimica degli alimenti in tutte le fasi della filiera agroalimentare», ha spiegato Alberto Angioni, docente dell’Università di Cagliari e presidente del Comitato che ha organizzato il Congresso. Un’attenzione particolare è stata dedicata all’olio extra vergine d’oliva e ai piccoli frutti, ma anche al vino, al latte e ai suoi derivati, considerati tra i pionieri del riciclo alimentare.