Non bastava l’inquinamento atmosferico: ora la Cina si ritrova a dover fare i conti anche con un altro tipo di inquinamento, cioè quello che sta prendendo di mira l’acqua che la gente normalmente beve.
In particolare, dalle rilevazioni condotte dalla School of the Environment della Tsinghua University, risulta che nell’acqua potabile di 44 città cinesi vi siano alte concentrazioni di un agente potenzialmente cancerogeno. Si tratta del N-nitrosodimethylamine (noto anche come Ndma), che è un sottoprodotto del processo di disinfestazione considerato «contaminante emergente» insieme a molte altre sostanze chimiche note.
La questione relativa all’inquinamento ambientale diventa così un problema sempre più urgente in Cina. A preoccupare sono i test condotti dalla Tshinghua University, perché i campioni prelevati in alcune decine di città dell’Est e del Sud hanno mostrato concentrazioni fuori misura di Ndma.
Il problema sta nel fatto che la presenza di nitrosamine e di altre sostanze nocive per l’uomo hanno, sull’organismo, lo stesso identico impatto giocato dalle polveri sottili presenti nell’aria e responsabili delle patologie respiratorie più note (dalle più innocue fino alle più serie). Chi si salva dall’aria inquinata adottando possibili soluzioni – come l’uso di mascherine o l’uscita di casa solo nelle ore meno affollate della giornata – rischia così di ammalarsi tramite altre vie.
Antonio Osso