Taranto, allarme pesticidi: malattie del sangue in aumento del 30%
L’emergenza sanitaria e ambientale a Taranto non riguarda solo la questione Ilva, ma si estende anche all’uso dei pesticidi e dei fertilizzanti. Insomma, nel capoluogo di provincia pugliese c’è una vera emergenza sanitaria e ambientale in atto.
A spiegare i termini della questione è il dottor Patrizio Mazza, direttore del reparto Ematologia all’ospedale Moscati di Taranto: «L’esposizione delle persone agli erbicidi e ad altri agenti tossici largamente impiegati nell’agricoltura, ha un impatto molto dannoso sulla salute di una popolazione che in fin dei conti è già esposta agli agenti inquinanti dell’industria petrolchimica».
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Mazza spiega che questa esposizione reiterata a pesticidi e fertilizzanti è causa di mutazioni geniche che, a loro volta, si trasformano in linfomi e in altre malattie ematologiche: d’altronde non è un caso se nel tarantino risulta vi siano il 30% di pazienti ematologici in più rispetto alla media nazionale. Questi dati si riferiscono peraltro a un’analisi condotta tra il 2006 e il 2010, per cui c’è un decorso ancora più recente che non è stato inquadrato dalle rilevazioni statistiche: «Negli ultimi cinque anni – avverte Mazza – la situazione potrebbe essersi persino aggravata».
E di pari passo a questo caso se vogliamo più “nuovo”, le istituzioni pugliesi continuano a guardare con preoccupazione al caso Ilva. Il sindaco di Taranto Ippazio Stefano aveva comunicato ormai un po’ di tempo fa di aver scritto al Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, affinché il governo si attivasse per fare qualcosa nel merito: le attività dello stabilimento, infatti, continuano ad esser causa di morti e malattie diffuse.
Viviana Bottalico