A spiegarlo nel dettaglio il vice direttore generale del Dipartimento nepalese dei Parchi nazionali e della conservazione della fauna selvatica: «La tecnologia è importante per avere informazioni in tempo reale su quando e dove i rinoceronti si riuniscono o vivono e per sapere dove si spostano, cosa fanno di notte o nelle diverse stagioni», afferma Maheshwar Dhakal.
In Nepal la popolazione di rinoceronti è aumentata del 21% negli ultimi quattro anni, perché dal 2011 non ci sono più stati esemplari uccisi per mano dei bracconieri.
Questo traguardo è stato reso possibile anche grazie a un massiccio uso della tecnologia.
Secondo Dhakal, «un ruolo importante in tutto ciò lo svolgono i collari con incorporato il rilevatore satellitare di posizione. I dati raccolti da questi collari danno indicazioni per stabilire dove istituire nuove aree protette e dove catalizzare le pattuglie anti bracconaggio».[continua a leggere dopo la foto]
In un’area che va dal Bardiya National Park fino al Katarniaghat Wildlife Sanctuary, Dhakal rivela di avere investito molti soldi per lo sviluppo forestale. E proprio questo, di concerto con i collari radio, sta permettendo di sfruttare queste zone anche ai fini delle attività di ecoturismo.
Tra le diverse organizzazioni, anche il Wwf ha avuto la possibilità di testare diverse tecnologie al fine di tutelare la conservazione dei rinoceronti nepalesi. Solo quattro anni fa, ad esempio, il Wwf ha formato alcuni ranger per un uso appropriato di droni equipaggiati di fotocamere e Gps volti a raccogliere informazioni su aree di difficile accesso.
Viviana Bottalico