Il team internazionale che si è occupato della ricerca rivela che alcuni oceani, essendo più sensibili ai cambiamenti climatici, trarrebbero maggiori benefici nel caso in cui l’accordo di Parigi dovesse venire attuato.
I vantaggi sarebbero prima di tutto riscontrabili sulle aree vulnerabili dei Tropici, laddove la sussistenza delle popolazioni è fortemente dipendente dalla pesca. Anche se in realtà «tutti i Paesi ne beneficerebbero, perché la catena di approvvigionamento del pesce è ormai globalizzata». Attualmente il pescato mondiale raggiunge infatti le 109 milioni di tonnellate annue.
Ecco quindi che come anticipato sopra, stando alle stime elaborate e pubblicate dagli studiosi, se la temperatura terrestre dovesse riuscire ad aumentare entro un range di 1.5 gradi, a quel punto ci sarebbero 6 milioni di tonnellate di pesce in più a livello globale. L’apporto maggiore arriverebbe dall’area Indo-Pacifica, in cui il pescato aumenterebbe del 40% (sempre a fronte di un aumento del riscaldamento globale non superiore a 1.5 gradi).
Alberto Mengora