Nella capitale, l’ente municipale per la protezione dell’Ambiente ha annunciato tre giorni di allerta arancione, il secondo livello della scala d’allarme. Già negli ultimi giorni, però, in 25 città cinesi l’allerta era stata alzata al livello massimo, il rosso, portando alla chiusura di fabbriche, scuole e cantieri per motivi di prevenzione.
Dalle centraline dove si rilevano le quantità di polveri sottili nell’aria, stanno emergendo dati che erano già stati messi in preventivo: ieri mattina i valori eccedevano più volte i limiti di sicurezza messi a punto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, con uno scarto di 25 microgrammi per metro cubo di pm 2.5. Nel pomeriggio, invece, in alcune città della provincia di Hebei i valori oltrepassavano persino i 400 microgrammi per metro cubo.
Le autorità cinesi hanno già preso diverse misure volte a contenere l’inquinamento atmosferico, ma ci vorrà tempo affinché le decisioni possano tramutarsi in atti concreti (e affinché questi stessi atti si tramutino poi in risultati). Abbiamo trattato dello smog in Cina anche in un nostro precedente articolo, per approfondire puoi leggere qui.
Alberto Mengora