In futuro l’Europa si ritroverà a fronteggiare rischi sempre più gravi, sia a livello sanitario che a livello economico e ambientale. E ancora una volta questa battaglia sarà la diretta conseguenza del cambiamento climatico, principale responsabile di tempeste e inondazioni che si stima coinvolgeranno l’Oceano Atlantico; di quello stesso cambiamento climatico che è all’origine dell’acuirsi della siccità e delle ondate di calore nel Mediterraneo.
Nel report “Cambiamenti climatici, impatti e vulnerabilità in Europa al 2016”, l’Agenzia europea dell’ambiente (Aea) afferma che il Vecchio Continente è attualmente vulnerabile agli effetti del riscaldamento globale, per cui tutta Europa subirà in qualche modo i danni prodotti da eventi climatici estremi. Come le forti piogge da un lato e la siccità dall’altro.
In particolare, l’Europa meridionale e sud orientale, per cui anche l’Italia, è una delle aree per le quali si prevedono gli effetti più negativi. Questa regione, precisa l’Aea, sta già affrontando aumenti di ondate di calore, diminuzioni di piogge e riduzione della portata dei fiumi, che hanno reso ancora più gravi situazioni di siccità che erano già piuttosto serie. Un quadro di questo genere non potrà che ripercuotersi anche sul rendimento dei raccolti, sulla perdita della biodiversità e sul maggior rischio di incendi boschivi.
E poi ci sono gli effetti sull’uomo, perché le ondate di calore più frequenti e i cambiamenti inerenti alla distribuzione delle malattie infettive (vulnerabili proprio ai cambiamenti climatici) dovrebbero incrementare i rischi anche per la salute dell’uomo.
Alberto Mengora