El Nino, il fenomeno naturale che riscalda le acque del Pacifico tropicale e che negli ultimi due anni ha favorito l’aumento della temperatura terrestre, potrebbe ripresentarsi già quest’anno.
Secondo l’Organizzazione meteorologica mondiale delle Nazioni Unite (Omm), c’è un 35-40% di probabilità che questo fenomeno si ripresenti con un nuovo evento nella seconda metà dell’anno. Gli esperti spiegano che è ancora maggiore la probabilità, stimata al 50%, che persistano condizioni neutrali, mentre è assai difficile che possa arrivare La Nina, il fenomeno opposto al Nino, che anziché riscaldare tende a raffreddare le acque superficiali del Pacifico.
Secondo l’Osservatorio dell’Omm, negli ultimi sei mesi del 2016 si è registrata una predominanza della Nina in un evento tutto sommato debole. Già a gennaio però la Nina è scomparsa lasciando campo libero a una condizione di neutralità, cioè ad uno stato in cui né il Nino né la Nina hanno prevalso l’uno sull’altro. E appunto, questa condizione di neutralità dovrebbe poter andare avanti fino allo scoccare del primo semestre.
Il Nino invece è stato molto più presente rispetto alla Nina. Comparso nel 2015 e proseguito fino al 2016, si è rivelato tra i più intensi e devastanti fenomeni degli ultimi decenni. A lui si devono le alluvioni di Cile, Perù e Bolivia, ma anche la siccità in Australia, Indonesia e Africa, dove ha bruciato i campi e assetato gli allevamenti. Secondo l’Onu, il Nino è stata la causa di problemi di sicurezza alimentare per 60 milioni di persone.
Antonio Osso
