Come coltivare lo zafferano in casa? È l’ultima moda del momento in virtù di questo nuovo boom che la spezia ha avuto dalle nostre parti. Tra l’altro in molti ignorano gli splendidi fiori che la pianta dello zafferano offre e da cui si usavano i semi stessi per la spezia. Per cui, sono tanti i balconi e i giardini degli italiani che si sono popolati di vasi di pianta di zafferano.
La prima cosa che bisogna fare è la scelta del concime da tenere nel vaso per consentire alla piantina di germogliare. Di norma il terreno perfetto per lo zafferano “casereccio” è sicuramente quello dalla consistenza leggera e che allo stesso tempo trattiene acqua. Deve essere infatti molto fertile e ricco di materia organica. Può tranquillamente essere mischiato con l’humus di lombrico o con la sabbia, così come nel fondo del vaso vanno messe delle ghiaie per consentire l’assorbimento dell’acqua in eccesso.
Per quel che concerne la posizione sul balcone, lo zafferano va tenuto per bene al sole, in quanto la luce è fonte essenziale di vita. Motivo per cui va scelta una zona del terrazzo o del balconcino, o anche un davanzale dove batta il sole per la maggior parte della giornata.
A questo punto si può passare all’acquisto dei bulbi di zafferano, una fase molto complicata e articolata. Tralasciando l’ampio discorso di botanica che servirebbe per l’argomento, la sola cosa che va detta è che essi dovrebbero avere una dimensione minima di 2,5 centimetri, anche se la grandezza ideale è un bulbo da 4 centimetri.
A questo punto siamo pronti per l’impianto. Essendo lo zafferano un bulbo, esso non va seminato come una comune pianta. Ma va viceversa piantato. I bulbi infatti vengono immersi nel terreni ad un’altezza minima di 8 centimetri fino ad un massimo di profondità di 15, soprattutto se il clima è troppo freddo. L’impianto va fatto durante il periodo di stasi vegetativa, che va da luglio a settembre, anche se il periodo ottimale di solito è agosto.
Lo zafferano, contrariamente ad altre piante, non richiede una cura apprensiva, soprattutto in termini di acqua. Anzi, annaffiarlo troppo vuol dire far marcire i bulbi. Sottolineiamo tuttavia che dagli inizi di settembre la piantina va bagnata allo scopo di fa fiorire e sviluppare le foglie, processo questo che sarà molto più lento in inverno. Per cui durante la stagione fredda non occorre dare allo zafferano molta acqua, la sola accortezza deve essere quella di non farlo seccare. Anche perché, in caso di pioggia, sarà quell’acqua a dargli il sostentamento per arrivare alla fioritura primaverile.
Discorso similare vale anche per il periodo estivo, in quanto lo zafferano inizia a seccare le foglie e a perderle. È una cosa normalissima in quanto comincia la fase vegetativa.
Per quanto concerne i classici passaggi da pollice verde, con lo zafferano non occorre chissà quanta manutenzione. Al di là di qualche sporadica annaffiatura non c’è bisogno davvero di cure e apprensioni. Per chi ci tenta particolarmente, volendo è possibile effettuare una leggera concimazione primaverile (con letame pellettato o humus di lombrico) per consentire ai bulbi di moltiplicarsi.
Per ottenere la spezia al massimo del suo valore, i fiori vanno raccolti appena spuntano e prima che sbocciano e si aprano. Dunque nel mese di ottobre la piantina va osservata con estrema attenzione per cogliere i fiori una volta usciti. Se invece la stiamo tenendo solo allo scopo ornamentale, allora l’attenzione va per l’apertura dei fiori.
Questi passaggi comunque vanno da ottobre a inizio novembre, dipende sempre dal tipo di clima e dalla temperatura presente in loco. La sola raccomandazione è di cogliere eventualmente i fiori con la massima cura, stando attenti a non danneggiare la pianta.