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Biochar: un nuovo strumento ecosostenibile?

Il biochar è un materiale basato sulla biomassa e ottenuto da un processo che rispecchia la produzione di carbone. La sua applicazione primaria si basa soprattutto sul suolo, al fine di migliorare le funzioni di quest’ultimo e ridurre le emissioni da biomassa che altrimenti si degraderebbe naturalmente ai gas serra. 

Si tratta quindi di un materiale alternativo riconosciuto in agroecologia per affrontare e ridurre le cause e gli impatti del cambiamento climatico ed è stato definito la “Terza Rivoluzione Verde”. Nonostante la sua valenza imponente, il biochar rimane relativamente poco considerato tra le pratiche mondiali di utilizzo di risorse alternative.

A cosa serve il biochar

Utilizzato spesso nei terreni spesso poveri dei tropici umidi, il biochar trattiene il carbonio e aumenta considerevolmente la produzione di cibo. Si tratta di una risorsa in grado di utilizzare le proprietà del suolo per trattenere più acqua e sostanze nutritive, consentendo ai legumi di fissare l’azoto atmosferico in modo più efficiente e attirare i microbi.

Se usato in concomitanza di fertilizzanti naturali come il letame, favorisce la crescita e la resilienza delle piante e può essere un modo economico per l’aumento della salute del suolo, oltre che per una moltiplicazione della produzione agricola.

Grazie al biochar è possibile utilizzare l’acqua in modo più efficiente, consentendo una minore necessità di fertilizzanti inorganici, il tutto catturando l’anidride carbonica atmosferica e riducendo le emissioni di altri gas a effetto serra.

La produzione

La produzione di biochar è una tecnica vecchia di 2000 anni molto semplice. Richiede infatti il riscaldamento della biomassa, attraverso residui agricoli, con poco (o zero) ossigeno. Questo porta a sua volta l’eliminazione di gas volatili e lascia indietro metà del carbonio.

I materiali di scarto appropriati per la produzione di biochar includono anche i residui colturali (sia i residui di lavorazione che quelli di lavorazione, come gusci di noci, noccioli di frutta); nonché alcune specie invasive; rifiuti di iarda, cibo e silvicoltura; e concimi animali e umani.

Grazie al biochar si potrebbero evitare usi di concimi artificiali per una produzione agricola ecologicamente sostenibile e non inficiante sull’inquinamento. Tuttavia, ad oggi, le nazioni del mondo ancora non si sono perfettamente adeguati alla pratica, continuando ad effettuare pratiche colturali che incidono negativamente sull’impatto ambientale.

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Redazione