Le zone ad alto tasso di inquinamento atmosferico in Europa sono ben visibili dallo spazio. Questo si nota soprattutto nei giorni feriali più soleggiati, e ovviamente non poteva mancare nell’elenco l’Italia.
In tutto il continente europeo, decine di milioni di persone vivono e lavorano in aree in cui i livelli medi di inquinamento atmosferico sono ben al di sopra dei limiti massimi raccomandati dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS). E il nostro Paese non è da meno. La Pianura Padana e la Polonia sono tra le più inquinate zone d’Europa.
Sulle mappe preparate dall’Agenzia europea dell’ambiente (AEA), la Pianura Padana italiana appare costantemente coperta da un’ampia macchia di inquinamento atmosferico dal Mar Ligure a ovest fino all’Adriatico.
Molte città della valle hanno tra le più alte concentrazioni europee di particelle microscopiche pericolose con diametro inferiore a 2,5 micron, noto come PM2,5. A tal proposito dunque, l’OMS afferma che questi non dovrebbero superare, in media, 10 microgrammi per metro cubo di aria (10 mcg / m3) all’anno.
Al contempo, Torino e Milano, nel frattempo, sono anche afflitte da alti livelli di ozono e ossidi di azoto, prodotti in particolare da motori a benzina e diesel.
Un altro punto oscuro sulla mappa europea dell’inquinamento è la Polonia meridionale, densa di centrali a carbone e di legna. Per il PM2.5, Cracovia è stata la seconda città più oberata di polveri tossiche e smog d’Europa nel 2016, con una concentrazione media annua di 38 mcg / m3, poco prima di Katowice.
In confronto, alcune aree dell’India settentrionale e della Cina sono afflitte da concentrazioni tre volte superiori. I dati EAA per il 2016 mostrano anche che Cracovia e Katowice superano i limiti annuali raccomandati di biossido di azoto (NO2) e ozono.
Rispettare gli standard dell’OMS per l’inquinamento atmosferico delle particelle di piccole dimensioni consentirebbe l’aumento delle prospettive di vita delle persone in questa regione, come dimostra l’indice di qualità dell’aria.