Anche la Russia soffre la questione dell’inquinamento all’aria. Quest’ultimo è da tempo una preoccupazione diffusa. L’82% dei residenti di Mosca è insoddisfatto della qualità dell’aria che respira. Senza contare che a San Pietroburgo, la seconda città più grande, la percentuale di malcontento sfiora il 77%. Insomma l’aria contaminata non fa salva nessuna nazione europea.
Le persone sono ben consapevoli della causa principale del problema. Anzi la stessa ricerca ha dimostrato che oltre l’80% dei cittadini residenti a Mosca e San Pietroburgo è consapevole che le emissioni di veicoli a combustibili fossili sono la fonte primaria di aria nociva.
La buona notizia pero ci sta. Ed è che i funzionari governativi stanno iniziando a riconoscere che le loro città più grandi devono trovare una soluzione. Ovvero iniziare a passare alla mobilità ecologica. E ora vediamo non solo promesse, ma azioni reali.
Il Consiglio per i diritti umani sotto il presidente della Russia ha proposto restrizioni come le zone a bassa emissione per i veicoli al di sotto dello standard di emissioni Euro 3 fortemente inquinante. Questo è un passo nella giusta direzione nel tentativo di affrontare l’inquinamento atmosferico a Mosca e in altre grandi città. Il governo russo ha già incaricato le autorità di Mosca e San Pietroburgo di sviluppare una tabella di marcia per l’attuazione di queste misure.
Secondo questo piano, l’inquinamento atmosferico dovuto alle emissioni di biossido di azoto e di biossido di carbonio dei veicoli sarà ridotto di un quarto. Tali restrizioni sono già state introdotte in dozzine di città europee, tra cui megalopoli come Londra. E questo ha portato a un significativo miglioramento della qualità dell’aria.
Tuttavia, affinché eventuali restrizioni siano efficaci, è necessario anche uno sviluppo significativo delle forme alternative di mobilità, compresi i trasporti pubblici e le infrastrutture per le biciclette.