L’inquinamento del mare è un problema estremamente serio che riguarda non solo le creature marine ma anche l’ecosistema globale nel suo complesso. Esseri umani inclusi. Pare infatti che la plastica oceanica sia colpevole della riduzione del numero di organismi sulla Terra che producono l’ossigeno che respiriamo.
Un team internazionale di ricercatori ha recentemente condotto uno studio sugli effetti che l’inquinamento da plastica ha su alcuni batteri noti con il nome di Proclorococco. Questi organismi sono molto importanti perché hanno la capacità di effettuare la fotosintesi.
I ricercatori hanno preso due ceppi di Prochlorococcus da diverse profondità e testato come reagiscono a due comuni prodotti in plastica, polietilene ad alta densità (che produce sacchetti di plastica) e stuoie in PVC. Gli esperimenti di laboratorio hanno dimostrato che i batteri erano gravemente colpiti da entrambi, ammalandosi.
Questo è il primo studio effettuato sugli effetti della plastica sui microrganismi fotosintetici nell’oceano. L’esposizione alla luce solare, in particolare la luce ultravioletta, e il semplice fatto di essere in acqua salata fanno sì che la plastica si rompa e si degradi. Gli oggetti vengono trasformati in frammenti sempre più piccoli e i materiali rilasciano sostanze chimiche nocive nel tempo.
Non solo si contamina il pesce e potenzialmente si influenza la nostra fornitura di ossigeno. Ma l’inquinamento ha anche un impatto economico negativo. Infatti ogni anno gli ecosistemi marini subiscono danni per oltre 13 miliardi di dollari, e questo prima ancora di prendere in considerazione gli effetti sui microrganismi.
I dati mostrano che l’inquinamento da plastica può avere impatti diffusi sull’ecosistema al di là degli effetti noti sui macrorganismi, come uccelli marini e tartarughe. Per comprendere il pieno impatto dell’inquinamento nell’ambiente marino, si deve considerare il suo impatto su gruppi microbici chiave, compresi i microbi fotosintetici.