La Malesia ha deciso di reagire alla politica di Stati Uniti e altri Paesi, che hanno destinato al piccolo Paese asiatico, così come ad altri dello stesso continente, migliaia di rifiuti non riciclabili. Il piccolo Paese, che ha scoperto una manovra illegale di esportazione in Malesia di migliaia di tonnellate di rifiuti, ha deciso di rispedire al mittente questi ultimi, attraverso 60 container.
La maggior parte dei rifiuti non riciclabili vengono esportati, da parte dei Paesi più sviluppati come Stati Uniti e Regno Unito, all’interno degli altri Paesi. In passato la corsia preferenziale e maggiormente praticata portava i rifiuti ad essere esportati verso la Cina, la quale accoglieva qualsiasi esportazione.
Con le misure ambientali del governo cinese, che ha deciso di vietare del tutto le esportazioni di rifiuti illegali, la situazione è cambiata e ha portato alla scelta di nuovi Paesi asiatici, come l’Indonesia, la Malesia e tante altre realtà. In molte occasioni, però, le esportazioni in questi Paesi non sono autorizzate e per questo illegali.
Attraverso una nota ufficiale, la Malesia ha deciso di rispedire a Stati Uniti, Australia e Regno Unito oltre 3mila tonnellate di rifiuti non riciclabili. Il Paese asiatico ha giustificato la sua posizione attraverso una dichiarazione: “Non siamo la discarica dei paesi ricchi”, ha affermato il governo malese.
Da quando la Cina ha deciso di vietare le importazioni di rifiuti all’interno del paese, quelle illegali verso la Malesia sono aumentate considerevolmente: le autorità hanno riscontrato già 150 siti illegali.