È stato progettato un particolare robot, detto the Crab Robot, atto alla ricerca di plastica che inquina l’oceano. Si tratta di una specie di nuovo “spazzino” del mare. Ovvero un robot a forma di granchio, progettato per inoltrarsi nelle acque alla ricerca di microplastiche che inquinano l’oceano. Il suo primo tuffo è stato sabato scorso, durante il World Oceans Day, nel mare al largo delle coste italiane.
The Crab Robot esce dalle idee geniali di un team appartenente all’Istituto di Robotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Il suo primo utilizzo è stato al largo della secca di Meloria, nel Mar Ligure.
Il robot Crab è dotato di un braccio che raccoglie sacchi, bottiglie e altre forme di rifiuti. Col tempo verrà anche aggiunto un ulteriore braccio che possa attirare a sé tutte le altre forme di inquinamento plastico.
Il robot a granchio ha la capacità di muoversi, camminare e correre sul fondo del mare. Le sei agili gambe (proprio a forma di granchio) permettono al robot di adattarsi al terreno che cambia terreno, rimbalzando a terra senza causare danni e aggirare gli ostacoli.
Callisti crede che il robot possa anche aiutare a fornire strumenti migliori per i ricercatori, grazie al suo uso di “gambe mobili per muoversi agilmente sul fondale marino“.
Molte particelle di plastica, finendo in acqua, vengono poi inghiottite dagli animali della fattoria o dai pesci che li scambiano per cibo e quindi possono facilmente arrivare sulle nostre tavole.
Per cui forse con questi nuovi approcci tecnologici si può arrivare ad una soluzione che ci ripulisca dall’inquinamento.
Nonostante la questione abbia ricevuto maggiore attenzione negli ultimi anni, non esiste ancora un accordo globale per affrontare il problema dei rifiuti marini.