Non è fantascienza, né un film o un romanzo di successo: la previsione australiana è reale e concreta, e potrebbe sconvolgere seriamente l’ordine naturale delle cose. Il National Center for Climate Restoration di Melbourne ha fatto sapere che, a causa del cambiamento climatico messo in atto dall’uomo, la Terra vivrà l’inizio della sua fine a partire dal 2050. Tutti gli ecosistemi presenti sul nostro pianeta, dall’Artico all’Amazzonia, collasseranno, portando a una distruzione totale.
La previsione del National Center for Climate Restoration di Melbourne non lascia scampo a troppe interpretazioni: la fine del pianeta Terra ci sarà e sarà molto più veloce di quanto si possa immaginare; gli scienziati australiani concordano nel considerare il 2050 come anno in cui avrà inizio la fine del nostro pianeta, attraverso un processo di collasso di ogni ecosistema.
Il 55% della popolazione terrestre vive nel 35% delle terre che sarà investita, secondo le previsioni, da giorni interi di ondate di calore che potrebbero portare alla morte di tantissime persone; allo stesso tempo, il 30% della superficie terrestre potrebbe inaridirsi, portando all’abbandono di alcune zone della terra e di città intere.
Il risultato di queste situazioni sarà l’aumento di “profughi climatici”: circa due miliardi di persone non sapranno come adattarsi alle nuove condizioni e non avranno un luogo dove vivere; prevedendo carestie e guerre per appropriarsi delle condizioni migliori, il 2050 potrebbe essere l’anno emblematico della fine dell’umanità e della Terra.
I rischi previsti dagli scienziati australiani deriverebbero, secondo il giudizio comune, da un sostanziale errore all’interno degli accordi di Parigi, che hanno previsto un aumento di 3 gradi entro il 2100: il
“long term carbon feedback”, un processo secondo il quale la Terra tende ad amplificare in negativo l’aumento della temperatura.
Con l’aumento di tre gradi fissato per il 2050, intere zone della Terra potrebbero diventare inabitabili: dal Mediterraneo al Medio-Oriente, dall’entroterra australiano alla zona sud-ovest degli Stati Uniti, fino a città intere che verranno sommerse dall’acqua, come Mumbai, Giacarta, Hong Kong, Canton, Shanghai, Bangkok e Manila.