Nuova specie a rischio a causa degli interventi umano. Pare infatti che la luce artificiale che filtra nelle barriere coralline impedisca al pesce pagliaccio di riprodursi, secondo un nuovo studio.
I risultati di un nuovo studio mostrano che è troppa la luce artificiale di notte (ALAN) a filtrare oltre le barriere coralline. La qual cosa impedisce alle uova dei pesci pagliaccio di schiudersi dopo il tramonto.
La principale autrice, la dott.ssa Emily Fobert, ricercatrice associata alla biodiversità e alla conservazione presso la Flinders University, afferma che le uova testate che sono state incubate in presenza di luce artificiale hanno avuto un tasso di successo pari a zero: nemmeno un pesciolino è venuto fiori.
“La travolgente scoperta è che l’inquinamento luminoso artificiale può avere un effetto devastante sul successo riproduttivo dei pesci della barriera corallina”, afferma la dott.ssa Fobert.
Durante lo studio, se la luce veniva rimossa durante il periodo di recupero, le uova si schiudono a condizioni normali. Quindi la presenza di luce interferisce chiaramente con uno stimolo ambientale che concerne la schiusa nel pesce pagliaccio.
I risultati indicano che quantità crescenti di luce hanno il potenziale di ridurre significativamente l’idoneità riproduttiva dei pesci di barriera che si insediano nel loro habitat naturale, deformato però dall’intervento umano.
Il dott. Fobert ha monitorato 10 coppie riproduttive di pesci pagliaccio esposti a una luce a LED che imitava le luci tipiche che illuminano le barriere coralline.
Tali scoperte si estendono probabilmente ad altri pesci della barriera corallina poiché molti condividono comportamenti riproduttivi simili, incluso il tempo di schiusa nelle prime ore della sera.
I pesci pagliaccio sono a rischio perché si riproducono durante la fase di una luna piena e le loro uova solitamente si schiudono qualche ora dopo il tramonto. La presenza di una luce artificiale potrebbe compromettere il loro naturale ciclo riproduttivo.
La luce artificiale di notte sta diventando una preoccupazione maggiore tra gli ecologisti, poiché la luce si sta diffondendo a livello globale e gli impatti sugli organismi possono essere gravi, anche se nessuno presta la giusta attenzione.