Secondo una nuova ricerca, la scarsa qualità dell’aria ha ridotto la quantità di luce solare che raggiunge le installazioni solari della Cina. Per cui l’inquinamento atmosferico mina gli sforzi della Cina per adattarsi a fonti rinnovabili come l’energia solare.
Il Paese ha fatto grandi passi avanti nel ridurre l’inquinamento negli ultimi anni. Pechino ha iniziato a lanciare politiche per sostituire il carbone che produce smog con gas naturale e le energie rinnovabili come l’energia solare. Oggi la Cina è leader mondiale nell’energia solare; più della metà della capacità installata del globo si trova lì.
Ecco perché l’autore principale dello studio, Bart Sweerts, e i suoi colleghi hanno deciso che la Cina sarebbe il posto perfetto per studiare la relazione tra le emissioni antropogeniche e l’energia solare.
Il sole fornisce più energia di quella che l’intera popolazione globale ha bisogno ogni giorno sulla superficie della Terra sotto forma di radiazione solare. La quantità di luce solare che raggiunge la superficie terrestre, e i pannelli solari che si trovano lì, tuttavia è influenzata dalle condizioni atmosferiche. Copertura nuvolosa e smog – particelle fini come polvere o cenere, sollevate in aria o tossite da ciminiere – possono far disperdere la luce del sole mentre si dirige verso il terreno.
Per scoprire se le emissioni della Cina potrebbero influenzare le energie solari, il team internazionale di ricercatori ha esaminato un set di dati raccolti nei decenni circa l’irradiamento solare. Dopodiché li hanno confrontati con le emissioni di biossido di zolfo e nero carbonio.
Sweerts e i suoi colleghi hanno dimostrato che, se i livelli di luce solare degli anni ’60 fossero stati ripristinati, le installazioni solari cinesi avrebbero generato il 12% in più di elettricità nel 2016 e risparmi sui costi per gli impianti solari di quasi 2 miliardi di dollari.
Anche se per molti Paesi la fase di un così grave inquinamento atmosferico non è del tutto finita, né Europa né America hanno livelli di inquinamento dell’aria così alti da bloccare la luce solare.
Per la Cina, secondo lo studio, questa prova fornisce un incentivo monetario o energetico molto diretto per combattere l’inquinamento atmosferico.