Il rapporto “Global Trends in Renewable Energy Investment 2019”, commissionato dal Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (Unep), ha evidenziato come, tra il 2010 e il 2019, gli investimenti nelle energie rinnovabili hanno superato i 2500 miliardi di dollari a livello globale.
Tra il 2010 e la prima metà del 2019, ad investire di più nell’energia rinnovabile è stata la Cina (758 miliardi di dollari).
A seguire, gli Stati Uniti (356 miliardi) e il Giappone (202 miliardi), mentre al settimo posto troviamo l’Italia con 82 miliardi di dollari.
In Europa, dunque, sono stati investiti 698 miliardi di dollari in energie rinnovabili, con la Germania che ha contribuito maggiormente con 179 miliardi di dollari e il Regno Unito con 122 miliardi di dollari.
Secondo il rapporto, la capacità del sole è salita di oltre 26 volte rispetto al 2009: da 25 Gw a 663 Gw (previsto per la fine dell’anno).
Questo vuol dire che la capacità del sole è utile a produrre ogni anno energia elettrica per soddisfare 100 milioni di case negli Stati Uniti.
Nel 2018 si sono investiti 272,9 miliardi di dollari in energie rinnovabili, che hanno generato il 12,9% dell’elettricità globale nel 2018 (e si sono evitate due miliardi di tonnellate di emissioni di anidride carbonica).
Le previsioni per i prossimi 10 anni mostrano come l’intento sia quello di installare una potenza netta di 2.366 Gw, di cui la quota maggiore spetterà proprio all’energia solare (638 Gw), seguita da carbone, eolico e gas.
Anche la competitività in riferimento alle energie rinnovabili è aumentata: la Cina è il primo investitore nel 2018.
Inger Andersen, direttore esecutivo del “Programma ambientale delle Nazioni Unite”, ha dichiarato che investire nelle energie rinnovabili vuol dire investire in un futuro sostenibile e redditizio.
Questo è stato dimostrato dalla crescita delle energie rinnovabili nell’ultimo decennio, utili anche per raggiungere gli obiettivi internazionali in materia di clima e sviluppo.