Un “tesoro” sotto la superficie lunare. A riferirlo è un team di ricerca internazionale guidato da uno scienziato dell’Università di Dalhousie, Canada, che ha portato avanti lo studio assieme ai colleghi del Laboratorio geofisico presso la Carnegie Institution for Science di Washington (Stati Uniti) e del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università Carleton.
Stando a quanto emerso in questa ricerca, nel sottosuolo del satellite terrestre si troverebbe un deposito ricco di materiali preziosi, che potrebbe risultare davvero molto interessante in vista di future spedizioni sulla Luna.
La ricerca ha messo a confronto i depositi minerali lunari con quelli terrestri tramite alcuni esperimenti coordinati dal professor James M. Brenan, docente presso il Dipartimento di Scienze della Terra e dell’Ambiente presso l’ateneo di Halifax.
Grazie a questo studio, gli scienziati considerano ancora più probabile la teoria più accreditata sulla formazione della Luna, che sarebbe “nata” in seguito ad un gigantesco impatto tra il formato primordiale del globo terrestre e un corpo celeste estraneo di nome Theia e dalla grandezza simile a quella di Marte, avvenuto all’incirca 4,5 miliardi di anni fa.
Ma perchè le rocce vulcaniche lunari presentano pochissima traccia dei metalli preziosi? È proprio la ricerca del team internazionale che ha permesso di scoprire che il legame del solfuro di ferro, largamente presente nel sottosuolo lunare, con il palladio e il platino avrebbe impedito la risalita in superficie dei metalli preziosi tramite il magma.
Naturalmente per ora siamo solo nel campo delle ipotesi, seppure molto convincenti: il professor Brenan ha precisato che per avere un quadro più completo sarà necessario analizzare le rocce lunari provenienti dagli strati che si trovano in profondità.
Le prossime missioni degli astronauti potrebbero essere molto utili in tal senso: il docente ha indicato come area dove trovare queste rocce il bacino del Polo Sud-Aitken, dove si trovano i grandi crateri Schrödinger e Zeeman.