Il riscaldamento globale è senza dubbio la questione più dibattuta in tutto il Pianeta. Le gravissime conseguenze determinate dal “global warming” si stanno già facendo notare, scatenando la preoccupazione degli esperti e ora anche delle popolazioni: ghiacciai storici che “spariscono”, foreste che vengono divorate dalle fiamme, innalzamento degli oceani e tanto altro ancora.
Urge intervenire, anche nelle piccole pratiche quotidiane, come suggerito dalla giovane attivista svedese Greta Thunberg, vero “megafono” delle proteste di questi ultimi giorni che hanno visto scendere in piazza in ogni angolo del globo milioni e milioni di ragazzi e ragazze.
Ma gli italiani sarrebbero pronti a fare delle rinunce per contribuire a salvare il Pianeta e a renderlo più “sostenibile? Stando al sondaggio dell’istituto Piepoli, svolto in occasione dello sciopero globale per il clima Global strike, i nostri connazionali presentano un approccio più “ecologico” di quanto si potesse immaginare.
Il 71% delle persone intervistate condivide gli obiettivi e anche i metodi del movimento per il clima. Addirittura, sempre stando al sondaggio, nove italiani su 10 rinuncerebbero all’utilizzo di prodotti imballati con plastiche non riciclabili.
Una percentuale che tuttavia si abbassa notevolmente quando il discorso si sposta sulle auto private. Circa la metà (il 47%) rinuncerebbe ad usarle, mentre il 53% degli intervistati non se la sente proprio di farne a meno.
Quando poi il sondaggio cerca di capire se gli italiani stanno seguendo attentamente il dibattito, viene fuori che il 93% degli intervistati è a conoscenza dei devastanti incendi in Amazzonia e in Russia, e che il 77% delle persone considera il riscaldamento globale come causa principale di questi disastri.
Una percezione che si avverte maggiormente nella popolazione femminile e nei giovani della fascia di età compresa tra i 18 e i 34 anni.