Una nuova serie di studi della Colorado State University (CSU) rivela una forte associazione tra esposizione a breve termine all’inquinamento atmosferico e comportamenti aggressivi. Comportamenti illeciti cioè sotto forma di aggressioni aggravate e altri crimini violenti in tutti gli Stati Uniti continentali.
I risultati, pubblicati sul Journal of Environmental Economics and Management , sono derivati dalle statistiche quotidiane del crimine dell’Ufficio federale di indagine. Il tutto attingendo da una mappa dettagliata di otto anni dell’inquinamento atmosferico quotidiano degli Stati Uniti.
L’autore principale del documento è la dott.ssa Jesse Burkhardt, assistente professore presso il Dipartimento di Economia agraria e delle risorse. La ricercatrice ha collaborato con il collega economista Dr. Jude Bayham nello stesso dipartimento e con il Dr. Ander Wilson nel Dipartimento di Statistica. A dare il loro contributo anche diversi esperti di inquinamento atmosferico in ingegneria civile e scienze atmosferiche.
Gli scienziati esperti dell’inquinamento atmosferico misurano in genere i tassi di inquinamento attraverso le concentrazioni di ozono, nonché di “PM2,5”, o di particolato traspirante con diametro di 2,5 micron o inferiore, che la ricerca ha collegato agli effetti sulla salute. D’ora in poi forse il termine di paragone sarà con i crimini.
I risultati hanno mostrato che un aumento di 10 microgrammi per metro cubo nell’esposizione in giornata a PM2.5 è collegato a un aumento dell’1,4% dei crimini violenti. Quasi tutti dovuti a crimini classificati come aggressioni.
“Stiamo parlando di crimini che potrebbero non essere nemmeno fisici: puoi aggredire qualcuno verbalmente“, ha detto il coautore Bayham. “La storia è che, quando sei esposto a più inquinamento, diventi marginalmente più aggressivo, quindi quelle alterazioni – alcune cose che potrebbero non essersi intensificate – aumentano”.
I ricercatori sono stati attenti a correggere altre possibili spiegazioni, tra cui tempo, ondate di calore, precipitazioni o fattori di confondimento specifici per contea. In linea di massima dunque la relazione esiste. Pertanto viene da dire che se riduciamo l’inquinamento, cala anche la criminalità.