In un’epoca dove i cambiamenti climatici stanno già causando conseguenze devastanti per il Pianeta, con scenari che rischiano di diventare ancora più catastrofici nel prossimo futuro, una buona notizia riesce a farsi largo nel bollettino quotidiano di allarmi per la salvaguardia del mondo. Stando a quanto riportato anche dal quotidiano “La Repubblica”, la foresta di Dvinsko-Pinezhsky, nel nordovest della Russia, è diventata finalmente una riserva naturale da proteggere.
Le battaglie portate avanti per 20 anni dagli ambientalisti sono state ufficialmente riconosciute: una delle ultime foreste boreali d’Europa può essere finalmente preservata. La grandezza della foresta di Dvinsko-Pinezhsky è straordinaria: siamo all’incirca sui 300.000 ettari, per un’estensione complessiva pari a quella del Belgio.
Si tratta di uno dei parchi più grandi dell’intera Russia, ed è certamente un’ottima notizia per il Paese che nei mesi scorsi ha dovuto far fronte ai terribili incendi che hanno interessato la Siberia.
Esultano le associazioni ambientaliste, in particolare Greenpeace e WWF, che per due decenni hanno combattuto per far sì che la foresta di Dvinsko-Pinezhsky, con i suoi alberi e il suo ecosistema, ottenesse la dovuta protezione.
Martina Borghi della campagna Foreste di Greenpeace Italia precisa che gli alberi, le piante e il suolo dell’ecosistema forestale boreale rappresentano il più grande deposito terrestre di carbonio, ed è per questo che proteggere la Grande Foresta del Nord è un passaggio essenziale per proteggere il clima del Pianeta.
La foresta di Dvinsko-Pinezhsky, così come molte altre in Russia e in altre zone del globo, sono state interessate negli ultimi tempi da una forte deforestazione dovuta alla crescita dell’industria del legname.
Greenpeace ha spiegato che originariamente il paesaggio forestale intatto della foresta si estendeva per oltre 1 milione e 500 mila ettari: oggi, a causa della deforestazione legata alla produzione di legno e carta, ne rimangono solo 700 mila.
La nuova riserva naturale ne protegge poco meno della metà, ed è per questo che l’associazione ambientalista chiede che venga fatto ancora di più per salvare tutto il polmone verde.