Sotto i ghiacci dell’Artico è racchiuso il metano. Lo hanno scoperto gli esperti, fornendo a questo proposito dei risultati non trascurabili, con uno studio che è stato pubblicato su Science Advances. I risultati che gli scienziati hanno raggiunto ci aiutano a capire meglio un evento con il quale inevitabilmente ci dobbiamo confrontare, quando parliamo di lotta ai cambiamenti climatici.
Gli esperti hanno scoperto che circa un terzo del carbonio presente nel pianeta si ritrova ad essere intrappolato nel Mar Glaciale Artico sotto forma di metano e di anidride carbonica.
Abbiamo a che fare con una sorta di bomba ad orologeria pronta ad esplodere, come hanno riferimento i ricercatori del dipartimento di scienze geologiche dell’Università di Stoccolma. Per il momento non ci sono preoccupazioni, perché i rilasci di questo gas serra avvengono in maniera molto minima, ma il fenomeno potrebbe aumentare in seguito al sempre più evidente scioglimento dei ghiacci.
Per il momento gli studiosi hanno scoperto che si tratta di un fenomeno localizzato. Tuttavia non sono affatto da sottovalutare le conseguenze che il riscaldamento globale ha avuto nel circolo polare artico, portando ad un aumento significativo della temperatura media annua.
Nello specifico si è passati dai -2 gradi del 1880 a circa +1,75 gradi alla fine del 2019. Il metano che rimane intrappolato nel permafrost dell’Artico deriva dalla composizione anaerobica di materia organica, soprattutto di radici, vegetali e animali, parti che si sono decomposte e che rimangono intrappolate fino a 80 metri sotto il ghiaccio.