Una ricerca supportata dal WWF ha permesso di scoprire una nuova specie di crostaceo nella Fossa delle Marianne. I ricercatori dell’Università di New Castle hanno scoperto un crostaceo che si chiama Eurythenes plasticus. Anche se vive nelle profondità dell’oceano, questa specie marina porta delle tracce di contaminazione per effetto dell’inquinamento prodotto dall’uomo.
Alcuni di questi nuovi crostacei scoperti, che hanno il corpo un po’ arcuato e compresso, avrebbero ingerito della plastica. Infatti all’interno hanno mostrato la presenza di tracce di pet, che è un tipo di plastica usata in molti prodotti, come le bottiglie dell’acqua e gli indumenti sportivi.
Quindi proprio in seguito a questa scoperta gli ambientalisti del WWF hanno fatto sentire la loro voce, spiegando come si sia scelto proprio il nome “plasticus” per far comprendere gli effetti devastanti dell’inquinamento prodotto per mano dell’uomo.
Gli studiosi che hanno fatto delle ricerche a questo proposito hanno trovato in questa nuova scoperta di crostacei la dimostrazione degli effetti nefasti provocati dalla gestione inadeguata dei rifiuti di plastica.
Hanno colto l’occasione per fare il punto sull’azione distruttiva delle attività umane sugli equilibri che caratterizzano i sistemi naturali nel pianeta. Inoltre hanno spiegato come le nanoplastiche possano influenzare la composizione delle comunità degli animali marini e soprattutto la loro capacità fotosintetica.
È stato chiesto agli Stati di lavorare per proteggere le specie marine e i loro habitat naturali, progettando la messa a punto di un trattato internazionale per porre fine all’inquinamento causato dalla plastica.