La Princeton University ha fatto uno studio sugli uragani, mettendo a punto dei modelli che hanno rivelato una tendenza da parte degli uragani stessi a muoversi più lentamente. La percentuale di differenza nel movimento a rilento è di circa il 10-20%. Non si tratta comunque di una buona notizia, perché il rallentamento degli uragani potrebbe portare anche più danni.
Gli scienziati sono convinti che il muoversi degli uragani più lentamente possa essere preso come una cattiva notizia. Infatti con una riduzione di questi tempi il vortice potrebbe rimanere più a lungo in una data regione.
I venti fortissimi si farebbero sentire più a lungo nella stessa zona, causando tempeste e scenari davvero di forte distruzione. Le zone soggette agli uragani più lenti potrebbero essere devastate e inondante.
I ricercatori, con uno studio i cui dati sono stati pubblicati su Science Advanced, sostengono che ad essere più lenti saranno soprattutto gli uragani in Asia e quelli che interessano aree densamente popolate, come il Giappone.
Le cause sarebbero da rintracciare nelle attività dell’uomo che porterebbero ad un aumento del problema del riscaldamento globale.
Con l’aumentare della temperatura, che interessa anche gli oceani, verrebbe immagazzinata più energia che arriva dal sole e che rimane intrappolata per l’effetto serra. È proprio questa energia che alimenterebbe venti e tempeste più forti.
I fenomeni violenti degli uragani potrebbero interessare anche le latitudini maggiori e anche il Mediterraneo.