L’Italia è il secondo Paese in Europa per quanto riguarda lo sfruttamento dell’energia dal mare. Infatti sono stati destinati circa 5 milioni di euro l’anno per quegli impianti che producono energia elettrica a partire dalle maree e dal moto delle onde.
Il rapporto OceanSET 2020 è stato molto chiaro nel delineare questa linea seguita dal nostro Paese. Infatti la ricerca ha esaminato l’entità degli stanziamenti pubblici di 11 Paesi europei. È emerso che soltanto 6 di questi Paesi hanno adottato delle politiche particolari e precise per sfruttare i movimenti del mare ed ottenere così la produzione di energia.
Oltre all’Italia risultati ottimali sono stati raggiunti anche da altri Paesi, come il Regno Unito, la Spagna, la Francia, l’Irlanda e il Portogallo.
In tutta l’Europa sono stati stanziati 79 progetti di ricerca. Nei dettagli 57 di questi progetti hanno come obiettivo il ricavo dell’energia dalle onde e 22 si pongono il fine di ricavare energia elettrica dalle maree.
Molti di questi progetti hanno raggiunto un livello di sviluppo avanzato e sono riusciti a creare circa 200 nuovi posti di lavoro.
Ma dove in Italia si sfrutta di più l’energia dal mare per ricavare elettricità? È emerso che soprattutto sono le aree del Mediterraneo, nello specifico le coste occidentali della Sardegna e della Corsica. Molto sfruttato in questo senso anche il Canale di Sicilia.
Nello Stretto di Messina in particolare la produzione di energia potrebbe arrivare ad una quantità tale da soddisfare il bisogno energetico di tutta la città sullo Stretto.