Una recente ricerca svolta in Svizzera, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Nature, ha indicato che le polveri sottili, almeno in riferimento a quelle più dannose per la salute, sono proprio il risultato delle attività umane. L’analisi svolta dai ricercatori svizzeri punta il dito proprio su alcune cause particolari, che stanno facendo del male all’ambiente e che mettono a rischio anche la salute degli esseri umani. Hanno fatto riferimento a quello che in gergo tecnico viene chiamato potenziale ossidativo.
Gli scienziati hanno rivolto particolari accuse nei confronti delle attività umane e delle più rilevanti fonti di particolato atmosferico che sono rappresentate dalle emissioni determinate dai freni degli autoveicoli e dalla combustione di biomasse e legna.
Hanno fatto riferimento ad una caratteristica tipica di queste attività che consiste nel loro potenziale ossidativo e che è riferito al particolato atmosferico. Già da tempo il potenziale ossidativo viene considerato come una delle possibili cause più pericolose per gli effetti dannosi che provoca sulla salute. Tuttavia adesso sono chiari anche i meccanismi con cui tutto ciò avviene.
Gli esperti hanno preso in analisi 90 campioni di PM10, fra i quali ce ne sono stati molti raccolti proprio in Svizzera. Hanno combinato le loro caratteristiche con i modelli della qualità dell’aria e sono arrivati così alla conclusione che proprio le attività umane come quelle che abbiamo citato precedentemente sono le principali fonti di potenziale ossidativo.
Quest’ultimo si concentra soprattutto nelle aree in cui si sono densità elevate di popolazione.