Circa un terzo delle specie di squali è in pericolo perché minacciato dalla pesca. A lanciare l’allarme sulla questione è stata l’Unione mondiale per la conservazione della natura, in occasione di un congresso annuale che si è svolto a Marsiglia. I dati che sono emersi dal rapporto fornito sono preoccupanti, visto che riguardano non soltanto gli squali, ma anche le razze. Il 37% di questi pesci è a rischio estinzione proprio a causa della pesca.
L’Unione mondiale per la conservazione della natura ha fatto il punto su una situazione che non pare certo rassicurante, perché molte specie di squali sono a rischio estinzione a causa della pesca eccessiva.
Ma non è soltanto questa l’unica causa che metterebbe in pericolo gli squali, visto che in alcuni casi intervengono anche delle minacce derivanti dalla perdita o dal degrado dell’habitat naturale. Inoltre per il 10% il pericolo è rappresentato dai mutamenti climatici.
Il pericolo comunque non è soltanto per gli squali, infatti esiste una vera e propria lista rossa che fa il punto sulla situazione della conservazione delle specie naturali. Infatti il pericolo potrebbe riguardare per esempio anche il tonno rosso australe e altre specie sempre degli stessi pesci.
È stato dimostrato che c’erano in totale quattro specie di tonno minacciate di estinzione che adesso si stanno riprendendo grazie all’adozione di una pesca sostenibile e grazie al contrasto di una pesca illegale.
Il riscaldamento globale, con il conseguente aumento del livello dei mari, potranno ridurre almeno del 30% nei prossimi 45 anni l’habitat naturale per il varano di Komodo, un’altra specie minacciata.