Caro bollette: quali le prospettive a lungo termine, quando tireremo un respiro di sollievo
Da mesi ormai la domanda che gli italiani si pongono senza sosta è quando tireremo un respiro di sollievo dal caro bollette. Ecco quali sono le prospettive a lungo termine secondo gli esperti.
Già lo scorso anno i prezzi del gas erano decisamente aumentati (si stima di circa 4 volte il periodo pre-Covid 19). La situazione però, come ormai noto, è peggiorata quando la Russia – in seguito alle tensioni date dal conflitto in Ucraina – ha diminuito i flussi di gas verso i paesi europei.
Per questo ormai tutte le famiglie italiane si chiedono con insistenza quando questo “incubo” finirà e potremo tirare un sospiro di sollievo togliendoci il pensiero del caro bollette. Alcuni esperti hanno già avanzato delle ipotesi più o meno accurate, anche se si tratta di prospettive a lungo termine.
Caro bollette, quando usciremo da questo incubo
In questi ultimi mesi si è parlato a lungo dei problemi dati dalla mancanza di forniture di gas, motivo per il quale anche il ministro della transizione ecologica Roberto Cingolani ha firmato un decreto per regolare (a seconda delle zone italiane) l’accensione dei termosifoni.
Gli esperti, e in particolare l’esperto di economia e commercio Aslak Berge, sostengono che l’Europa potrebbe iniziare a vedere la luce dopo questo periodo di profonda crisi prima del previsto.
Stando a delle previsioni fatte sulla base di grafici e analisi molto accurati, si parla della fine del tanto temuto caro bollette verso il termine della stagione invernale – entro la primavera del 2023. Entro questo periodo infatti la crisi energetica dovrebbe stabilizzarsi e i prezzi potrebbero dunque scendere – per quanto, è bene sottolinearlo, saranno comunque più alti a quelli del periodo “pre-crisi”.
Fine del caro bollette, come si è arrivati a questa conclusione
Il motivo di questa previsione piuttosto ottimistica risiede nel fatto che al momento l’Europa si è già mossa per riuscire a sostituire il gas russo (che si aggirava attorno al 40% del fabbisogno totale europeo) con quello proveniente da altri paesi.
In particolare circa il 20% sarà importato via nave da altri Stati, mentre le industrie si sono impegnate a ridurre del 10% la domanda di energia proveniente dalla combustione di gas.
Rimane dunque soltanto il 10% per far quadrare i conti e l’Europa ha già iniziato a trovare alternative energetiche – come il nucleare e le centrali a carbone – per sostituire quella proveniente dalla combustione di gas. Sembra insomma che la maggior parte dei paesi – e l’Italia tra questi – siano pronti ad un nuovo assetto e che entro la metà del 2023 l’incubo del caro bollette diventerà solo un ricordo.