Ci sono molti chiarimenti da fare nel caso delle pensioni, dal momento che qualcuno corre il rischio di non riceverla affatto.
Ci sono dei parametri molto particolari per cui alcuni soggetti rischiano ad oggi di non veder erogata la propria pensione. Si tratta di situazioni molto particolari, su cui però è bene fare chiarezza per evitare questo problema.
Il problema alla base si pone nel caso delle regolarizzazioni della pensione, per cui ci sono una serie di documenti da presentare per poter avere diritto ai contributi. Vediamo dunque quali sono i problemi in cui si può incappare e come risolverli.
Con una recente circolare (esattamente la numero 110 del 7 ottobre 2022) l’INPS ha fornito chiarimenti in merito al trattamento pensionistico e alla sua liquidazione per le Gestioni speciali dei lavoratori autonomi – sia che si tratti di pensione anticipata che di quella per vecchiaia.
Ogni individuo ha diritto alla pensione anticipata dal primo giorno del mese successivo alla domanda, ammesso siano perfezionati tutti i requisiti minimi. Già dal 1989 è stato chiarito con una sentenza della Corte di Cassazione che il perfezionamento può avvenire sia al momento della definizione della domanda che in seguito con un ricorso in via amministrativa o giudiziaria.
In poche parole il requisito contributivo, se non presente al momento in cui il soggetto fa domanda, può essere perfezionato successivamente ma il diritto alla pensione può essere fatto valere solo una volta che si è intervenuti per regolarizzare i periodi contributivi.
In poche parole, una volta riscontrato il difetto, la domanda dovrà essere rigettata e solo dopo aver perfezionato tutti i documenti richiesti potrà essere erogata regolarmente. In caso contrario il contribuente non avrà diritto all’assegno per la pensione.
Vi ricordiamo infine che fino al 2026 possono richiedere l’accesso alla pensione anticipata tutti i soggetti che sono in possesso del requisito contributivo di 41 anni e 10 mesi (ovvero 2.175 settimane). Nel caso delle donne i parametri sono 42 anni e 10 mesi (ossia 2.227 settimane).
Per il raggiungimento di questo requisito il tipo di contribuzione può essere a qualsiasi titolo, per cui è valida anche quella su base volontaria. L’importante, insomma, è assicurarsi solo di rientrare nei giusti parametri e di aver perfezionato la domanda per poter far valere il diritto alla pensione.