Riscaldamento: quanto costa riscaldare una casa di media grandezza
In pieno caro bollette la maggior parte degli italiani si chiede giustamente quanto costa riscaldare una casa di media grandezza.
Per far fronte alle spese e ai costi di mantenimento di una casa quest’anno è necessario fare più conti del previsto.
Per questo i cittadini hanno iniziato a chiedersi quali siano le soluzioni meno costose ma, soprattutto, quanto potrebbe costare tenere ben riscaldata una casa di medie dimensioni. Ecco cosa abbiamo scoperto.
Riscaldamento: i costi per tenere la vostra casa al caldo
Anche se ancora il freddo non ha iniziato a colpire duramente, in molti hanno iniziato a farsi due conti per capire quanto il caro bollette peserà sull’economia famigliare e, eventualmente, correre ai ripari con soluzioni più economiche – come pannelli solari, cambio caldaia e stufe elettriche.
Prima di valutare però quali soluzioni alternative possiamo sfruttare cerchiamo prima di capire quanto può costare riscaldare una casa di circa 100mq. Dati alla mano, gli esperti suggeriscono che sono necessarie circa 3000 calorie più un buon 50% dato dalla dispersione di calore dovuta alla trasmittanza (ovvero la quantità di potenza termica scambiata da un materiale o un corpo) e dall’apertura di porte e finestre.
Arriviamo dunque a circa 4500 calorie, che corrispondono a 5,23 kWh. Se teniamo presente che il costo medio per un 1kWh dato da una caldaia a gas equivale e 0,11 euro, si arriva a circa 0,57 euro l’ora per una casa di medie dimensioni.
Moltiplicando infine questo dato per il numero di ore di accensione del dispositivo avrete il consumo medio giornaliero della vostra casa. Si stima comunque che in media in un anno il riscaldamento potrebbe costare circa 912 euro.
Riscaldamento, quali metodi alternativi abbiamo
Le alternative sono ovviamente molteplici, come anticipato e si può pensare ad esempio di affidarsi a stufe elettriche o di installare pannelli solari per cercare di contenere un po’ la spesa a lungo termine.
Basti pensare ad esempio alle stufe che possono essere alimentate dall’economico nocciolino di sansa (molto più economico e meno inquinante del pellet). Si tratta di un materiale di scarto che si ottiene dopo aver trattato le olive per eliminare il nocciolo, per cui oltre ad essere poco costoso è anche più ecosotenibile del suo “rivale”.