Nuovo governo: IVA ridotta del 5% quali sono i primi prodotti che verranno scontati
Giorgia Meloni ha dichiarato l’intenzione da parte del suo governo di ridurre l’IVA del 5%: scopriamo insieme quali saranno i prodotti in questione.
Il governo Meloni ha in cantiere un abbassamento IVA del 5%, l’intenzione è stata dichiarata alla camera nel discorso precedente al voto di fiducia. Tra le nuove proposte il taglio dell’IVA è il nodo centrale. Questa misura coinvolge specifici prodotti ritenuti primari.
Dobbiamo tenere a mente che l’aliquota in Italia è del 22%, ma esistono anche quelle ridotte al 10%, al 5% e al 4%. Ad oggi l’Iva al 5% viene applicata a prodotti alimentari come l’origano, il rosmarino e tartufo.
Taglio IVA al 5%: i prodotti che vedranno l’abbassamento
Ipotizziamo quindi quali potranno essere i prodotti coinvolti e quindi costare meno nel 2023. Per capire quali saranno i prodotti papabili per l’applicazione dell’IVA agevolata potrebbe essere d’aiuto considerare il programma di Fratelli d’Italia.
L’IVA al 5% potrebbe essere usata sui prodotti definiti “carello della spesa” e su quelli dedicati all’infanzia.
Per quanto riguarda il settore dell’infanzia si fa riferimento ai pannolini, i biberon e il latte artificiale. Per quanto riguarda la tampon tax, tramite la legge di Bilancio 2022 è stata abbassata dal 22% al 10% e si potrebbe parlare di un abbassamento al 5%.
Dando uno sguardo ai beni alimentari, invece, possiamo rifarci ad una dichiarazione del responsabile economico di Fratelli d’Italia che parlava di un possibile abbassamento dell’IVA su prodotti come pesce, carne, bottiglie di acqua, ma in generale con la prospettiva di abbassare al 5% tutti i beni essenziali.
Il costo di questa misura
Una misura di questo genere potrà avere un impatto ridotto sulle casse dello Stato. La Repubblica ha provato a fare un calcolo considerando un disegno di legge proposto nel 2018 dove l’Iva agevolata al 5% era per beni come pannolini, biberon, latte in polvere e assorbenti.
Il numero di questa ipotesi tocca ad una spesa di 100 milioni di euro. Considerando all’interno di questa ipotesi anche l’aggiunta di prodotti come determinati beni alimentari, in quel caso il numero aumenta. Di fatto non è un intervento troppo caro.