Reddito di cittadinanza: chi lo perderá con il nuovo governo
Il nuovo governo ha annunciato che ha intenzione di apportare una revisione del Reddito di cittadinanza: scopriamo cosa cambierà.
Il nuovo governo già nel suo primissimo discorso sulla fiducia fatto davanti al Parlamento ha annunciato l’ipotesi di limitare l’accesso al reddito di cittadinanza, riservandolo a quella fetta della popolazione che non può lavorare.
Meloni ha continuato sostenendo che la misura del Rdc è di fatto una sconfitta per coloro che effettivamente potevano “fare la loro parte”. Motivo per il quale è doveroso trovare il modo di limitare i beneficiari a questa misura.
Reddito di cittadinanza: nuovo governo, cosa accadrà?
Non c’è in vista nessuno smantellamento totale della misura, lo ha ribadito il presidente, ma sicuramente un cambiamento per quanto riguarda la platea, un dettaglio da approfondire. Scopriamo chi rischia di perdere il Rdc.
Prima di tutto occorre capire il numero dei percettori del reddito di cittadinanza che potrebbero essere ritenuti “occupabili“. Stando ad alcuni dati pubblicati nel mese di ottobre dall’Anpal (Agenzia nazionale politiche attive del lavoro) beneficiari del Rdc indirizzati ai servizi per il lavoro sono 919.916.
A questo numero vanno tolti 173mila che risultano occupati, si tratta del 18,8% e 86mila esonerati (tra cui gli esclusi e i rinviati ai servizi sociali) sono il 9,4%.
I cittadini che rimangono da quest’operazione sono 660mila, ovvero il 71,8%. Questa fetta di popolazione rappresenta i beneficiari del Rdc che non hanno avuto un contratto di lavoro subordinato negli ultimi 3 anni. Questa platea è quella che interessa al nuovo governo.
Sono quei cittadini che sottolineano alcune fragilità a livello di bagaglio personale, utile per il mondo del lavoro. Nel documento dell’Anpal emerge che il 70,8% dei casi possiedono il massimo il titolo della scuola secondaria inferiore e il 2,8% titoli di livello terziario. Un quarto un diploma di scuola secondaria superiore.