Reddito di cittadinanza: nuova stretta del governo
Cambiano le regole per il Reddito di cittadinanza, con clausole più stringenti comunicare proprio in queste ore.
Fin da prima delle elezioni si parlava della possibilità che questo strumento sociale potesse cambiare e, ad oggi, arrivano le prime novità.
Correva l’anno 2019 quando il Reddito di cittadinanza veniva introdotto per la prima volta, tra polemiche fatte dai detrattori e le precisazioni di chi invece sosteneva questo strumento.
Fin da prima delle elezioni si parlava della possibilità di cambiare alcune regole di questo strumento e ad oggi sono arrivati i primi chiarimenti in merito da parte del sottosegretario al lavoro Claudio Durigon.
Reddito di cittadinanza, come funziona
Al momento il Reddito di cittadinanza prevede un sostegno che varia in base al nucleo famigliare e dura al massimo 18 mesi con possibilità di rinnovo, ma non è un sostegno che “cade nel vuoto”. Esistono infatti degli obblighi da parte del beneficiario.
Il primo fra tutti è l’obbligo di dare immediata disponibilità al lavoro e, inoltre, si può rifiutare al massimo due volte il lavoro che viene proposto – pena l’annullamento del sostegno.
La prima proposta avviene con un’offerta di posizione lavorativa entro 80 km dalla residenza e raggiungibile entro 100 minuti con i mezzi pubblici. La seconda è congrua al di là di ogni vincolo territoriale.
Reddito di cittadinanza, le nuova proposta del governo
Stando alle parole del già citato sottosegretario al lavoro Claudio Durigon la misura deve necessariamente cambiare per divenire ancora più efficace e concentrare le risorse messe in gioco dal governo.
Si parla dunque di un taglio sulla durata, ovvero si potrà andare avanti per altri due anni e mezzo complessivi oltre i 18 iniziali ma con una riduzione graduale dell’assegno fino alla sospensione definitiva. In questo periodo inoltre il beneficiario sarà obbligato a seguire un percorso di sei mesi di politiche attive del lavoro.
Oltre questi sei mesi il compenso viene sospeso ed è possibile richiederlo – come da norma attuale – ma con una durata ridotta di 12 mesi e un taglio del 25% dell’assegno ricevuto.
Inoltre si propone anche di ridurre il numero di lavori che è possibile rifiutare, ovvero passare da due a uno. In poche parole se arriva un’offerta di lavoro congrua e viene rifiutata, il beneficiario perde il sostegno.