Maternità obbligatoria: come procedere prima e dopo il parto
Facciamo un po’ di chiarezza sulla maternità obbligatoria e su come bisogna procedere prima e dopo il parto.
La misura è in vigore dal 2022 per tutte le neomamme lavoratrici per aiutarle nel periodo immediatamente precedente e successivo al parto.
Si parla spesso di maternità e di lavoro, soprattutto perché a volte c’è poca chiarezza sulle modalità di congedo e, soprattutto, sulla sua durata. Lo scorso anno è stato istituita la maternità obbligatoria al fine di aiutare tutte le donne nelle fasi più delicate di quest’esperienza – ovvero nel periodo immediatamente precedente al parto e a quello successivo. Facciamo quindi un po’ di chiarezza su come muoversi per poter beneficiare al meglio di questo diritto.
Maternità obbligatoria, come funziona il congedo
A partire dal 2022 dunque è stata istituita la maternità obbligatoria, una misura che prevede un congedo dal lavoro per un periodo di minimo 5 mesi da sfruttare nel periodo a cavallo tra prima e dopo il parto. In questo lasso di tempo le neomamme percepiscono un‘indennità pari all’80% della retribuzione solita ed è carico dell’INPS.
Essendo obbligatoria non è possibile astenersi e proseguire con il proprio lavoro, così come per il datore di lavoro esiste il divieto di adibire la donna al lavoro – nemmeno a fronte di comprovata certificazione medica che attesta le ottimali condizioni di salute della neomamma.
La misura è rivolta a tutte le lavoratrici dipendenti assicurare all’INPS, alle apprendiste, operaie e impiegate (comprese le dirigenti) con rapporto di lavoro in corso all’inizio del congedo, alle disoccupate e sospese, lavoratrici agricole, dipendenti della pubblica amministrazione e alle addette ai servizi domestici.
Nel caso invece di lavoratrici autonome e libere professioniste è previsto un congedo di maternità e un’indennità durante tutto il periodo, ma il congedo non può definirsi obbligatorio perché non comporta, per l’appunto, l’obbligo di astenersi dal lavoro. In ogni caso, se non si rientra in nessuna di queste categorie, è possibile ottenere comunque un’indennità, legata però ai requisiti dell’ISEE (come l’assegno di maternità dei Comuni e quello dello Stato).