Si pensava che il reddito di cittadinanza sarebbe stato revocato, portato alla scadenza come misura, con il cambio di Governo. Si ipotizzava pertanto che sarebbe scaduto il 31 dicembre. Ora si sa che non sarà così.
A quanto pare è stata fatta retromarcia sul reddito di cittadinanza. Esso non scadrà il 31 dicembre, ma entrerà di certo anche nel nuovo anno. Ci sono comunque delle probabili novità che si profilano all’orizzonte, stando alle dichiarazioni dell’attuale esecutivo.
Il reddito di cittadinanza è una misura di sostegno straordinaria, della durata che non può superare i 18 mesi, per come ricordiamo. Il componenti del nuovo Governo si sono comunque pronunciati per una linea d’indirizzo politico che prevede un cambio di rotta per come lo stesso è stato gestito finora.
Nel frattempo bisogna confrontarsi con le misure della Legge di Bilancio 2022, i cui articoli 20 e 21 hanno apportato diverse modifiche al D. L. 4/2019, Decreto Legge istitutivo sia del reddito che della pensione di cittadinanza. Vediamo di seguito le modifiche.
Sulla base di quanto stabilito, l’obbligo ad accettare una posizione lavorativa diviene più stringente, poiché il decadimento dal reddito interviene dopo due rifiuti della proposta di lavoro, e non più tre. Inoltre, sono previsti controlli più incisivi sulla fedina penale dei componenti il nucleo familiare dove il reddito viene percepito. In particolare con uno scambio di dati integrale fra l’INPS e il Ministero della Giustizia.
La verifica verterà anche su eventuali patrimoni all’estero, con un incrocio di dati con le autorità straniere. Le agevolazioni previste per chi assume percepenti reddito di cittadinanza, che già erano presenti, sono state ampliate. Già da quest’anno poi, l’importo mensile del reddito viene diminuito di 5 euro al mese, per ogni mese, andando incontro ad una riduzione progressiva del medesimo, laddove sia stata rifiutata un’offerta di lavoro.
Si tratta di sgravi contributivi di cui il datore di lavoro beneficia, ma ora non soltanto per assunzioni a tempo indeterminato, ma altresì per quelle a tempo determinato e tempo parziale. Il datore di lavoro è stato poi esonerato dall’obbligo di comunicazione dei posti disponibili sulla piattaforma ANPAL, in quanto condizione di accesso alle agevolazioni.
Inoltre subentrano anche, in tale processo, le Agenzie per il Lavoro autorizzate appositamente dall’ANPAL a mediare. Esse quindi potranno mediare fra domanda e offerta di lavoro a favore di chi percepisce la misura del Reddito. Sempre le Agenzie per il Lavoro, enti privati, svolgeranno tale mansione ad incentivo, pari al 20% dello sgravio contributivo previsto a favore del datore, e dalla relativa quota detratto.