Bonus donne 2023: una misura di lotta al gender gap, in cosa consiste
Per contrastare il gender gap: arriva una misura pensata per le donne! Scopriamo come funziona e di cosa si tratta.
Per il 2023 il Ministero del Lavoro ha identificato i settori dove sarà possibile applicare il bonus donne: ovvero una misura che si pone l’obiettivo di ostacolare il gender gap. Sostanzialmente si tratta di un esonero contributivo per le assunzioni di lavoratrici. Scopriamo come funziona!
In alcuni settori lavorativi la situazione non è bilanciata in fatto di genere: ci sono ambiti che di fatto vengono considerati ancora “per maschi”. E da questo punto presupposto parte la misura pensata dal governo.
Bonus donne: come funzionerà
Il bonus donne sostanzialmente è un incentivo che agevola le assunzioni di lavoratrici impiegate in ambiti dove la disparità di genere è superiore al 25%. I settori coinvolti sono stati stabiliti considerando i dati ISTAT considerando il tasso di disparità medio del 2021, che arriva al 9,5%.
La Legge di Bilancio del 2021 aveva disposto l’esonero contributivo al 100%, per un tetto massimo di 6.000 euro, per gli anni 2021 e 2022. Nel 2023 sarà del 50%, le tempistiche che ruotano attorno all’esonero mutano in base al contratto di riferimento: 12 mesi se la lavoratrice è assunta con contratto a tempo determinato, a 18 mesi con un contratto a tempo indeterminato. L’incentivo può essere sospeso in caso di maternità.
La richiesta del bonus deve essere inoltrata dal datore di lavoro sul sito dell’INPS per l’assunzione con contratto a tempo determinato, indeterminato, part-time o di somministrazione di donne:
- nel momento in cui ci sia l’assenza di un impiego regolarmente retribuito per i 6 mesi antecedenti e residenti in regioni ammissibili ai finanziamenti dei fondi strutturali dell’Unione Europea;
- qualora ci sia l’assenza di un impiego regolarmente retribuito da almeno 2 anni senza limiti di residenza;
- in mancanza di un lavoro regolarmente retribuito da 6 mesi e attività lavorativa in settori caratterizzati da spiccata disparità di genere;
- avendo raggiunto 50 anni d’età e disoccupate da più di un anno.
Ma andiamo nel cuore della questione: quali sono i settori che soffrono maggiormente la disparità occupazionale di genere? Troviamo le forze armate, i lavoratori di sesso maschile sono il 97,9%, stessa percentuale per gli autisti di veicoli, macchinari di sollevamento. L’ambito che soffre maggiormente di questo gender gap è quello delle costruzioni con un tasso di disparità dell’82%, abbiamo anche l’industria estrattiva con il 68,5% e l’ambito che si occupa della gestione di acqua e rifiuti con 64,7%. Nella Pubblica Amministrazione i dati sono meno pesanti, l’indice di disparità è 29,6%.