Arrivano le prime dichiarazioni da parte del Governo in tema d’esclusione dal Reddito di cittadinanza. Il Governo ha in pratica mostrato dei segnali concreti di intolleranza nei confronti della misura. Ragion per cui molti ne rimarranno sicuramente esclusi.
Dall’esecutivo si evidenzia la necessità, a diverse riprese, di giungere ad una revisione completa della materia, così da comportare diverse esclusioni. Sono da ultimo intervenute le dichiarazioni da parte del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
Ma, già da prima, si manifestavano contrarietà a più riprese, ed era stata condotta un’indagine apposita su iniziativa del Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara. La ricerca ha riguardato i percettori del Reddito con età compresa fra i 18 e i 29 anni.
Dalla stessa ricerca è risultato che la dispersione scolastica si è rivelato un fattore fondamentale, che ha influito sul numero delle domande di percezione. Infatti molti dei percettori sono risultato con la sola licenza elementare, o senza titolo. Diversi altri arrivano alla licenza media.
Dai dati si è tornati ad una nuova riflessione sulla dispersione scolastica. Nel 2020 è risultato infatti che, nella popolazione compresa fra 25 e 64 anni d’età, solamente il 62,9% si è rivelata in possesso di un diploma. Ciò a fronte della media europea corrispondente al 79%. In definitiva, il fatto che ogni anno circa 100.000 ragazzi abbandonano l’istruzione ha una conseguenza diretta sulle domande di accesso al Reddito.
La strada intrapresa dall’esecutivo è l’incentivo al lavoro. Un incentivo più avvertito, che scatti subito dopo il primo rifiuto della proposta. In Italia i percettori del Reddito nella fascia d’età oggetto di ricerca sono 360.000 circa, di cui 1.000 con licenza elementare e 128.000 con licenza media. Il Ministro Valditara ha già proposto di far portare a compimento la scuola dell’obbligo a chi l’ha interrotta precocemente, prima dell’obbligo legislativo.
In alternativa, far completare il dovere con un corso di formazione professionale. E laddove non vi sia accettazione della proposta, il Reddito si perderà. D’altronde, secondo il Ministro dell’Istruzione, il Reddito sarebbe un incentivo già a non studiare. Dunque, prima ancora che a non lavorare, come ci si esprimeva già da diverse parti. In definitiva si prevede che il Reddito verrà tolto a chi rifiuta di accettare un’offerta di lavoro (la prima, e non la terza), e a chi si rifiuta di ottemperare al completamento dell’istruzione sulla base dell’obbligo.