Arrivano pessime notizie per i fumatori, dal momento che per il prossimo anno sono previsti degli aumenti non trascurabili.
Su questi beni, considerati ovviamente non di prima necessità, da gennaio sarà applicata una diversa quota delle accise.
Se ne parla ormai da diverso tempo, ma ormai sembra essere ufficiale, le sigarette sono destinate a salire di prezzo già a partire dal prossimo gennaio, come stabilito dal governo guidato da Giorgia Meloni e dalla bozza della manovra presentata proprio di recente.
Si tratta però di un aumento “controllato”, ovvero non sarà uguale per tutte le tipologie di tabacco e soprattutto l’aumento sarà distribuito in un arco di tempo più o meno lungo. Vediamo quindi quali decisioni ha preso l’esecutivo in queste ore.
I fumatori più incalliti dovranno iniziare a risparmiare sulle sigarette, dal momento che sono previsti ulteriori aumenti sui costi del tabacco riscaldato , anche se la situazione è ben più complessa e necessita di un breve approfondimento. Ad aumentare infatti sarà la componente fissa dell’accisa – che sarà di 36 euro ogni mille sigarette entro il 2023, di 36,50 euro entro l’anno successivo e si concluderà – a meno di ulteriori aggiornamenti – con 37 euro nel 2025.
Questi aumenti sono stati recentemente motivati dall’applicazione dell’aliquota di base e per la precisione per la voce “Tabacchi lavorati al prezzo di vendita al pubblico”. In totale, comunque, le accise aumenteranno del 40% già a partire dal prossimo gennaio, il che implica un aumento di 20 centesimi per tutto il 2023, di ulteriori 10 per l’anno successivo e di 15 nel 2025.
Ovviamente è importante ribadire che il tutto dipenderà anche dalla tipologia di bene acquistato, dal momento che sigarette, tabacco trinciato, quello per pipa e sigari hanno una tassazione specifica e diversa – per cui il prezzo finale non sarà uguale per tutti. Infine vanno considerate anche le differenze di prezzo stabilite a monte dalle aziende produttrici.
Vale la pena ricordare, infine, che anche i prodotti per sigarette elettroniche subiranno un aumento – a seconda se nel liquido è presente o meno nicotina; l’incremento in questo caso è fissato al 15% per la prima categoria, mentre al 10% per prodotti che non presentano la sostanza, quindi concretamente aumenteranno rispettivamente di 13 e 8 centesimi.