Bollette: come chiedere il rimborso per gli illeciti commessi
È un periodo storico caratterizzato da un certo peso per quanto riguarda i costi del gas e dell’energia. Per eventuali illeciti è possibile chiedere un rimborso!
È un periodo caldo per quanto riguarda le bollette ma niente panico! Sono stati riscontrati dall’Antitrust degli illeciti da parte di alcuni operatori, di fatto sarà possibile richiedere un rimborso! Informati e scopri tutto quello che dovresti conoscere sulla questione.
Dopo un susseguirsi di segnalazioni all’Antitrust, è arrivata un’istruttoria per 4 operatori di energia: Iren, Dolomiti, Iberdrola ed E.ON. I primi due per possibili modifiche di prezzo di forniture di energia e gas unilaterali ritenute illegittime. Le ultime due invece per eventuali risoluzioni contrattuali considerate ingiustificate, ovvero comunicazioni ai consumatori per eccessiva onerosità.
Rimborso per illeciti: come funziona
Sono state chieste anche specifiche su alcune pratiche potenzialmente scorrette ad altri operatori del mercato, ad oggi è stata aperta un’istruttoria con 7 provvedimenti cautelari rivolti a Enel, Eni, Hera, A2A, Edison, Acea ed Engie. La motivazione riguarda delle possibili modifiche illegittime del costo della fornitura di energia elettrica e di gas naturale. Stiamo parlando di oltre 7 milioni di contratti, con un numero di consumatori che arriva ai 2,6 milioni, i quali, forse, stanno pagando più di quello che gli spetterebbe!
L’Authority, sostiene che le imprese dovranno fermare la stipula di nuove nuove condizioni economiche, ripristinando i costi antecedenti al 10 agosto 2022, comunicando all’Autorità le condizioni che useranno. Le società devono informare i clienti e mettere in atto le disposizioni del Garante e predisporre le modalità corrette.
Il governo Draghi, per scongiurate che alcuni fornitori proiettassero sui consumatori gli aumenti aveva disposto tramite il decreto Aiuti bis, una norma per tutelare le bollette dei consumatori. Questa permette un arresto per le variazioni unilaterali dei contratti.
Il legislatore ha sancito che entro la data del 30 aprile 2023 non sono ritenute accettabili quelle condizioni che all’interno del contrato legittimano la società di fornitura di variare le condizioni relative ai prezzi, anche qualora sia riconosciuto il diritto di recesso per il consumatore. Questo arresto ha effetto retroattivo, motivo per cui non è ritenuto valido alcun preavviso di aumento prima che sia in vigore la legge. A patto che le variazioni non siano in vigore prima del 10 agosto 2022.